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Rifessioni dal Convegno "Saperi, linguaggi, diritti del Mediterraneo ed Euromediterraneo" - 8-9 aprile 2022

 

Il pensiero filosofico è pensiero d’azione? Sì, e mette in dialogo più discipline nel Manifesto della Carta dei Diritti di Napoli, documento nato per ricollocare il ruolo della donna all'interno di un mondo ancora proiettato verso una dimensione unilaterale. Non smarrire la chiave interpretativa femminile e riconoscersi reciprocamente nelle proprie differenze, sono due azioni fondamentali per l’affermazione dei diritti universali, a loro volta condizione indispensabile della convivenza sociale. Il contesto contemporaneo in cui la digitalizzazione influenza deontologicamente la condizione umana, richiede ancor di più la presenza femminile; l’algoritmo non è solo un concetto, ma pare affermarsi quale strategia relazionale.

Essenziale, quindi, è la democrazia del due, non per prevalere bensì per condividere e cooperare. Condividere e cooperare anche nel mondo delle leggi, perché ogni legge non rispettata è lettera morta; fondamentale appare il ruolo della magistratura che deve sempre più farsi portatrice di etica e fiducia, per prendersi cura della società. Essa deve garantire spazio ai "linguaggi" che non sono maschili o femminili, ma è la voce che viene data ad essi a definirli appartenenti a un genere o a un altro. Attraverso i linguaggi c’è la conoscenza, la relazione e, quindi, l’integrazione che porta a riconoscere nell’altro non un nemico, ma una persona, a riconoscere la pietas; integrazione non è  "guardare a un altro", bensì "dialogare con l’altro". Siamo immersi in una realtà che, a volte, mostra tratti di surrealismo sociale, dove si supera il limite del civile, del morale, ma allo stesso tempo, è forse il momento storico che permette di dare voce a donne e uomini nel definire un linguaggio che attinge alle differenza per realizzare un nuovo umanesimo.