Inauguro il blog condividendo una poesia alla quale sono molto affezionata.
LA SABBIA DEL TEMPO mi ha accompagnato nel varcare quella porta oltre la quale l’autore si presenta a una figura che lo sta aspettando e senza la quale lo scritto perderebbe il suo incanto: il lettore. Che si tratti di poesia, di prosa, o di un semplice post, proprio come questo, quando si scrive si lascia sempre una traccia. E che questa sia manuale, con la danza della calligrafia e un fascino quasi vintage, o digitale, accompagnata dal ticchettio della tastiera… Non ha importanza: sarà il lettore a individuare quella precisa orma.
E il bello è che quella traccia non segna solo un arrivo, ma può indicare un nuovo inizio.
LA SABBIA DEL TEMPO
La clessidra è girata e la sabbia comincia lentamente a scendere,
minuscoli sono i granelli che si posano sul fondo.
Un dubbio: PERCHÉ?
E la sabbia continua lentamente a scendere
Un dubbio: e SE?
E la sabbia continua lentamente a scendere
La clessidra ora è per metà piena e metà vuota
Un dubbio: ORA?
Il fondo della clessidra è quasi pieno e, improvvisamente,
un soffio leggero e veloce spinge gli ultimi granelli sul fondo.
La sabbia è posata, l‘ora è trascorsa.
Ti sei lasciato girare e rigirare,
così come si gira e rigira la clessidra.
Lei è sempre lì ma l‘ora è passata.
Quindi ricorda che la vita scorre fugace come scorrono
gli ultimi granelli della clessidra
(di Francesca Girardi – Antologia Premio Città di Colonna –La Tridacna – X edizione – L’Erudita)