Written by Esperienze, Letteratura

Un’altra storia?

Il racconto Pensieri gitani è nato di getto. Certo, poi è stato sistemato nello sviluppo delle frasi, nella scelta della parole, ma ha preso forma scritta senza troppe architetture di pensiero. Lea è stato un suo diverso sviluppo, e mi ha portato a chiedermi:”Come sarebbe se fosse Lea a scrivere?”.

Ti aspetto è un’altra prospettiva della stessa storia.

Ti aspetto di Francesca Girardi

Ecco, arrivi anche oggi. I tuoi passi sono percussioni inconfondibili; non posso sbagliare, ogni persona ha il proprio ritmo. Inconfondibile. E ora sento il tuo: tum -tum tum- tum -tum tum. Veloce, pochi intervalli, tanta determinazione.

Sono qui, cara. Quanto sei stanca, non ne puoi proprio più. Il tuo corpo si adagia su me, le tue gambe si poggiano tese e sono in risonanza con i battiti del tuo cuore, in ansia. Pian piano, la pressione si allenta, ti sento più leggera. La tua seduta ora mi avvolge, non è più una rigida zavorra.

Sai che qui trovi una tregua, ti fidi del mio sostegno. Sei qui con me.

Con me, una semplice panchina, inosservata ai più, maltrattata a volte, però tu sai che ci sono e mi rispetti. Arrivi come una furia e dopo alcuni respiri, ti lasci sostenere.

Io non so cosa ti affligge, non so cosa ti preoccupa. Ti percepisco indifesa, sola, disperata, ma pian piano la tua forza e la tua resilienza escono allo scoperto. Rimani con me, mi fai compagnia, o forse sono io a fare compagnia a te.

Trascorriamo attimi assieme: io, nel mio essere salda al terreno e tu, nel tuo essere palpitante e confusa. Lentamente ti sento rinfrancata, non ti aggrappi, apprezzi il mio sostegno e ti lasci andare. Forse la tua mente è ancora in corsa , il respiro e il cuore, invece, si chetano.

Da cosa fuggi? Cosa scompiglia il tuo animo? Non lo so, non parli. Il silenzio non è indiscreto, protegge i tuoi affanni.

Ora sento che ti alzi, sospiri, mi accarezzi. Volgi il passo nella direzione da dove sei venuta. E ti percepisco andar via; ora il tuo tamburo è un’onda malinconica, ma armoniosa.

Alla prossima, amica mia. Non so il tuo nome, ma so che siamo amiche e io sarò qui ad aspettarti. Anche domani.

Quale storia ti richiama di più?