LEGGERE PER SCRIVERE
LEGGERE PER PRENDERSI UNA PAUSA DALLA SCRITTURA, O FORSE NO?
Scrivere richiede tempo, richiede idee, richiede voglia di condividere un testo affinchè si possa regalare a un pubblico una piacevole lettura, un momento di quiete, un'opportunità di conoscenza. Tuttavia il bombardamento delle notizie, dei post, degli articoli è incessante; a volte non c'è tregua. Ed è proprio in questa moltitudine di possibilità e occasioni, perché in fin dei conti è di questo che si tratta, che il lettore fa la sua scelta. Sì, sceglie se leggere, sceglie se dare una rapida occhiata solo alle prime righe, sceglie se non proseguire con la lettura.
Lo stesso processo avviene per chi scrive: sceglie se scrivere, se condividere, sceglie l'argomento da trattare ritenendolo interessante, sceglie se cancellare e ricominciare da capo, oppure... Può scegliere di mettersi in pausa? E quest'ultima scelta credo possa essere utile alla propria penna, intendendola qui come metafora della propria voce scritta, del proprio stile, della propria forma. È vero che la scrittura richiede continuo esercizio, ed è altrettanto vero che la scrittura richiede lettura. Così, che male c'è a mettere da parte la tastiera? Certamente ci sarà chi perpetua in sintonia entrambe le azioni (e questo uno scrittore lo fa), ma una parentesi dedicata escusivamente alla lettura?
Che poi, intendiamoci, chi scrive tiene sempre con sé un quadernino e una mattita... Così: leggere per prendersi una pausa dalla scrittura, o forse no?