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    ATTRAVERSO I LUOGHI DELL’ANIMA

    Un luogo può avere diversi ritratti, non ce ne sono di più belli o più riusciti. Ognuno si mostra richiamo per non smarrirne la voce, per lasciarsi cullare dalle sensazioni provate, per ritrovare colori e profumi di scatti che sono impressi nella pellicola del cuore. Una pellicola particolare, dove si fissa la memoria di esperienze e ricordi che non appaiono nitidi, lo diventano con il tempo: più passa e più l’immagine da sfuocata prende chiara manifestazione. Questa è l’orma incontrata tra le pagine di Titti Follieri e il viaggio di Sara, protagonista “provinciale cosmopolita” (prendendo i due aggettivi in prestito dal titolo). In apertura la testimonianza tutta femminile segna lo spartiacque tra la giovinezza e il percorso di maturità che fa fiorire una ragazza in donna dai petali di autocritica e coraggio, pronta a trovarsi a tu per tu con i sentimenti.

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    Francesca

    OVUNQUE E IN NESSUN POSTO

    Ci sono una quantità di porte che conducono a Fantàsia... (cit. La Storia Infinita)

    Vi è mai capitato di confrontarvi con qualcosa che vi incuriosisce però non ne avete fatto un'esperienza diretta? A me capita con ciò che si definisce "fantasia" e con le produzioni appartenenti al genere fantasy o fantastico. Spesso si incontrano film e libri che raccontano mondi nati dall'immaginazione dell'autore e con la lettura diventano reali e paralleli. Ricordo "La storia infinita", avevo forse 9 o 10 anni: mi aveva attirato la copertina. Uno sfondo verde, due decorazioni bianche laterali che impreziosivano quello che sembrava essere uno specchio ovale e che, a sua volta, era adornato con due sagome di serpenti che si intrecciavano. Il mio occhio aveva subito curiosato nel viale rappresentato al centro dell'ovale che conduceva, tra rigogliosi alberi verdi immersi in una luce rosata,  a una piramide luminosa, bianca. Nel film, indimenticabile è la scena in cui Bastian si trova a leggere la storia, nel suo mondo concreto, tangibile per poi, riga dopo riga, essere rapito da quel mondo racchiuso nel ritratto della copertina del libro. Pensando a Fantàsia, pensando a Michael Ende e alla sua capacità di creare, viaggiare e far viaggiare il lettore in una trama spazio-temporale immaginaria e coinvolgente, ho voluto provare a fare esperienza di una scrittura che potrebbe essere di fantasia, o se non lo è, è una scrittura di una dimensione intangibile. Un luogo che non esiste, oppure sì... Dipende dai punti di vista. 

    C’è una città che conosco. Non ha nome, quindi non saprei dare alcun indizio. Un’indicazione geografica? Non c’è, è ovunque e in nessun posto.

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    DIETRO LE QUINTE DI UN RACCONTO

    Si scrive per sé e per gli altri? L' azione di scrivere è una via per rivolgersi al proprio io e può divenire una via per rivolgersi e raccontare ad altri. Dietro alla scelta di stare a tu per tu con penna e foglio bianco o, per essere contemporanei, con tastiera e documento da nominare, ci possono essere  diverse motivazioni. Non è possibile elencarle, la lista risulterebbe incompleta. Sì, incompleta. Ogni autore segue il proprio sentire, la propria idea, la propria intuizione e sa il "perché", o forse lo scoprirà.  Si avverte  una sorta di attrazione verso la quale si prova fiducia e si inizia a scrivere, un pezzo alla volta. In alcuni momenti sembra che si fermi tutto, che rimanga in stallo per poi, inaspettatamente, risentire quella forza che torna a farsi viva e procedere ancora di riga in riga, di  pagina in pagina. Fino ad arrivare al punto finale. Quando la stesura è terminata, personalmente provo serenità. Perché scrivere, e questo è ciò che penso, è anche una scommessa. Saranno solo parole che rimarranno nascoste tra scaffali e cassetti di casa, oppure varcheranno la porta per mostrarsi al mondo, dove incontreranno nuovi occhi e punti di vista? La scommessa non ha vinti e vincitori, ma ha pensieri ed emozioni che daranno vita a una narrazione rivolta ai lettori o pensieri ed emozioni che rimarranno solo per chi li ha scritti. E in entrambe le situazioni, c'è bellezza e c'è racconto. Rileggere ciò che si scrive è un momento che mi piace definire "catartico" : dopo aver lasciato che una parte di me prenda nuova forma nella narrazione, mi rispecchierò ancora in essa e la riconoscerò? Piacerà oppure incontrerà indifferrenza? Non importa. Nel romanzo di Betty Smith, Un albero cresce a Brooklyn,  si legge: "quando accadrà qualcosa, raccontala esattamente come è successa; ma scrivi per te sola cosa ritieni che sarebbe dovuto accadere". Scrivere è una piacevole scommessa con se stessi. E così è stato per il mio racconto "Il grembiule mai indossato" nella raccolta "Racconti dal Trentino Alto Adige" edita da Historica Edizioni (a cui va il mio ringraziamento per aver scelto il mio scritto).


     

     

     

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    UN ROMANZO. UN ESERCIZIO DI PENSIERO

    Lucia Stefanelli Cervelli, La morte prudente

    Era un po' di tempo che non scrivevo, o meglio, che non mi dedicavo a trascrivere in parole le mie esperienze, i miei incontri letterari. Poi, nel mentre prendevo consapevolezza di ciò, ho ricevuto la condivisione di una recensione e ho incontrato un nuovo stimolo di lettura. La morte prudente, un titolo che suona forte, ma al tempo stesso trasmette un certo senso di attesa. Mi sono chiesta: perché non essere il tramite per condividere  il punto di vista di chi ha incontrato la lettura di questo romanzo? Attraverso le righe della recensione di Maria Antonietta Selvaggio si è formato nella mia mente, quasi fosse un dipinto, lo scenario dei nostri giorni. E' proprio così: il pensare rischia di divenire un esercizio desueto. E anche inciampare in una pausa troppo dilatata, come è successo a me, è un rischio. Lasciarsi coinvolgere dal dinamismo quotidiano, dagli intrecci repentini della nostra società, non è buona cosa per l'intelletto che ha bisogno sì di dinamismo, fatto però di riflessioni, di quesiti, di pensieri.

    Così, auguro a chi si trova a visitare questa pagina una buona e attenta lettura della recensione di Maria Antonietta Selvaggio che con occhio critico, capace di essere dentro e fuori il romanzo, ci introduce nelle pagine di La morte prudente di Lucia Stefanelli CervelliL'autrice vede il lettore come un "dialogante di pagina" e la trama è un invito a pensare sull'epilogo plurale che coinvolge i tre protagonisti: Luca, Oscar, Giulia. 


     Lucia Stefanelli Cervelli, La morte prudente, Emersioni 2021

    Recensione di Maria Antonietta Selvaggio

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    L'IMPRONTA DELLA VITA

    Le suole. Tutte odorano di asfalto e ad ogni passo si consumano un po'. Ci sono le suole degli abitudinari, che percorrono sempre la stessa strada; si sentono sicuri lungo la via nota perché di essa conoscono tutto: le buche, le curve, gli avvallamenti, non corrono il rischio di provare nuovi percorsi. Va bene così. I loro passi segnano linee perfette, precise, senza alcuna sbavatura.                

    Diverse sono le suole degli esploratori. Innamorati della strada nuova, procedono con passi carichi di curiosità e voglia di conoscere. Anche se la meta non è definita, anche se il percorso non è stato ancora  tracciato, procedono svelti verso il nuovo. Fa niente se incontrano del ghiaino che renderà le suole ruvide, un po’ di ruvidità su una suola nuova non nuoce mai; non importa se le bagneranno nelle pozze d'acqua di una pioggia frettolosa, perché, passo dopo passo, si asciugheranno. Se la nuova strada non li conduce in alcun posto e se devono tornare sui loro passi, non provano timore: hanno almeno la certezza che quella strada non fa per loro. Queste suole raccontano una metamorfosi continua fatta di crocevia,strisce irregolari e schizzi neri, e la solidità di sassolini appiccicati è testimone di repentini cambi di direzione.

    Un fascino particolare appartiene alle suole molto vecchie. I buchi accentuati, le crepe ormai definite, le scollature, sono frutto del calpestio di lunghe esistenze che, tra le altre cose, hanno certo conosciuto l’allegria, la fiducia, hanno incontrato ostacoli, hanno rallentato il loro incedere. I loro passi saranno stati a volte indecisi, e puoi nuovamente sicuri.

    Dov'è il fascino?

    Sollevandole verso l'alto, tra i segni lasciati dal tempo e dai passi, sono suole che regalanola meraviglia di ammirare la bellezza del cielo.

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    Francesca

    CHE BIZZARRA ESPRESSIONE

     

    Accade che le persone si descrivano come persone con “le lacrime in tasca”. Basta una parola o un gesto e si sentono "colpite al cuore", ovvero il luogo in cui ha origine l’essenza della goccia salata che si manifesta in volto.  -Plin- scende la lacrima. 

    Mi chiedo: è possibile richiudere i preziosi corsi d’acqua in una tasca?

    Quando pronuncio la frase"avere le lacrime in tasca", ho la percezione di qualcosa che stride e non sia in armonia; la trovo una bizzarra espressione per una magia che, invece, porta con sé calore.Le lacrime emergono dagli occhi, gli occhi  sono effettivamente una sorta di tasca appartenente a un corpo, il cui ritmo è dettato dal cuore che emette  pulsazioni le quali, a loro volta, sono specchio di sentimenti puri che si manifestano nella lacrima.

    È un dono far fluire l’emozione nel suo stato liquido in un tempo brevissimo come l’attimo in cui la capocchia strofinata di un cerino prende fuoco? 

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    PENSIERO FILOSOFICO, PENSIERO D'AZIONE. Riflessioni

    Rifessioni dal Convegno "Saperi, linguaggi, diritti del Mediterraneo ed Euromediterraneo" - 8-9 aprile 2022

     

    Il pensiero filosofico è pensiero d’azione? Sì, e mette in dialogo più discipline nel Manifesto della Carta dei Diritti di Napoli, documento nato per ricollocare il ruolo della donna all'interno di un mondo ancora proiettato verso una dimensione unilaterale. Non smarrire la chiave interpretativa femminile e riconoscersi reciprocamente nelle proprie differenze, sono due azioni fondamentali per l’affermazione dei diritti universali, a loro volta condizione indispensabile della convivenza sociale. Il contesto contemporaneo in cui la digitalizzazione influenza deontologicamente la condizione umana, richiede ancor di più la presenza femminile; l’algoritmo non è solo un concetto, ma pare affermarsi quale strategia relazionale.

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    SGUARDI E NUOVO MONDO

    (...) un’esperienza che ha superato il monologo per sostenere un punto di vista di gruppo (...)  "Sguardi sul Novecento", Esther Basile -ed. Homo Scrivens.

    Quanto è difficile unire più cose, dare loro un nesso e, soprattutto, far sì che dalla completezza del lavoro emerga il giusto valore delle singole componenti. Incontrare una raccolta di testi è vivere il momento di uno scatto fotografico, ma non si tratta del singolo "click"  che  fissa su pellicola il particolare dettaglio. È una fotografia diversa.

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    Francesca

    INCONTRI

    Mi trovo spesso a pensare che musicista e scrittore siano molto simili. Le note, come le parole, possono essere singoli segni grafici su di un campo bianco e se lasciati a se stessi, forse non hanno alcun significato, ma se uniti in una determinata maniera, possono creare qualcosa di piacevole, e nella loro sequenza e unità dare vita a un inedito che, nell'attimo in cui diventa edito, lascia fluire nuova conoscenza in chiunque faccia il loro incontro.

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    UNA RICERCA PER EDUCARE

    Nascondeva le lacrime ma condivideva i sorrisi ("Cambiare l’acqua ai fiori", Valérie Perrin)

    Scrivo con mano tentennante per un senso di rispetto e di tutela, ma anche con mano desiderosa di dare voce a quanto provato nella lettura di "Vittime non per sempre. Indagine su violenza assistita e femminicidi". Si tratta di una narrativa altra da quella che solitamente riporto, e realizzata seguendo un’orma particolare: quella della ricerca. Credo che ogni indagine abbia inizio dalla volontà di avvicinarsi al preciso argomento che diviene protagonista del ricercare, e che persegue l’intento di far conoscere per apprendere e trasmettere.

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    IL BAULE DELLE PAROLE

    " ⌈...⌉Infilai il libro di esercizi nella borsa a tracolla e raggiunsi Lizzie in giardino. 'Posso mettere una cosa nel baule prima di tornare a scuola?' Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che l'avevo fatto, eppure a Lizzie ci volle un attimo per capire. 'Mi sono chiesta tante volte se avresti trovato qualcos'altro da metterci dentro' ⌈...⌉" da Il quaderno delle parole perdute, Pip Williams. 

     

    La parola "arte", CHE BELLEZZA. Tempo fa ho scritto della biografia di Marc Chagall, e ora che siamo vicini alla fine di quest'anno, voglio ricordare  un'esperienza che ha abbellito il mio 2021.

    A ottobre, in uno storico palazzo di un paese del Trentino, dove affreschi rendono perpetuo il ricordo della quotidianità di un tempo, ho ammirato opere, ho incontrato una particolare tecnica e ho ascoltato pensieri: si trattava di una mostra che aveva come protagonista l'incisione. Mentre mi muovevo fisicamente tra i pannelli, nella mia mente si delineava un percorso parallelo, lungo il quale ai pannelli si sostituivano domande: «Come comprendere l'incisione?», «Come si esegue una stampa?» «Quante e quali sono le tecniche?». Mi avvicinavo così alle singole opere per vederle meglio, nell'intento di coglierne le caratteristiche, di instaurare una relazione con loro, per poi ascoltare la voce di artisti, giunta in risposta. Le parole dal timbro gentile, vogliose di trasmettere arte e messaggi di virtù,  mi hanno avvicinato al vocabolario dell'incisione, alle "sue" parole: acqua forte, acqua tinta, punta secca, lastra, matrice, calcografia...; è un linguaggio che richiede voglia di ascoltarlo, di comprenderlo, proprio come accade per ogni espressione altra rispetto al linguaggio convenzionale. Nasce dall'abilità di mani che permettono alla matrice di accogliere nuova bellezza, rappresentando nuovi significati per poi affidarsi al procedimento della stampa, che segna il momento di presentarsi alla collettività. L'incontro con l'incisione è stato un sostare dinnanzi alle stampe, ascoltare l'artista che delicatamente si avvicina per introdurmi nel suo mondo e proseguire assieme in un viaggio in cui comprendo che stampe dalla tecnica simile, sono uniche per il messaggio che mostrano, e sono tutte il risultato di un lavoro costante.

     

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    SULLE ORME DI CALVINO

    ...Alcune erbe spontanee, in sé e per sé, non hanno affatto un’aria malefica o insidiosa...

     

    ⦗...⦘ Alcune erbe spontanee, in sé e per sé, non hanno affatto un’aria malefica o insidiosa ⦗...⦘ Palomar, "Il prato infinito", Italo Calvino 

     

    Il taglio del prato può da semplice azione rivelarsi momento di riflessione? La mia risposta è: sì.  Il taglio del prato mi è sempre parso monotono e un dovere perché se hai il prato, deve essere perfetto, ordinato, curato etc... Dopo la lettura delle pagine di Italo Calvino, "Il prato infinito", ho modificato il mio punto di vista.

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    Francesca

    NARNI, CRONACA DI UN'ALCHIMIA

    Sulle orme di scrittrici, saggiste, filosofe


    Narni. Antico borgo dell’Umbria, cuore di una natura verde che diviene un tutt’uno con l’anima di chi attraversa le sue vie; luogo che da 14 anni ospita “Alchimie e Linguaggi di Donne”, il festival  che richiama filosofia, cultura, scrittura. Saperi provenienti da tutta Italia si ritrovano in questo piccolo borgo per poi fare ritorno ai propri luoghi, lasciando dietro di sé nuovi pensieri. È come aprire un libro e scoprire sin dalle prime pagine che la stesura non è ultimata, è ancora in evoluzione tra capitoli definiti da linguaggi, stili, pensieri che abbracciano e rivolgono una particolare attenzione al linguaggio delle donne.

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    Francesca

    BICICLETTA ROSSA FIAMMANTE

    Capita di rivestire un oggetto di nuovo significato

    La bicicletta è rossa, fiammante come l’energia che pulsa nelle vene e cresce a ogni pedalata. Siamo uragani, la forza centripeta soffia in corpo e anche oggi siamo fieri in sella alla nostra bicicletta. Siamo tutto un movimento. Lungo la strada, dalla solitudine di un casolare, spunta una vecchina. «Buongiorno». «Buongiorno». Diamo un’occhiata al suo passo che ci appare lento, sa di antico; proseguiamo e le rivolgiamo un ultimo sguardo, lasciandola alle  nostre spalle. Potevamo accennare un semplice saluto con il capo, invece le abbiamo regalato tre sillabe piene di vita: BUON-GIOR-NO.

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    Francesca

    DA UN'OSSERVAZIONE APPARENTEMENTE DISTRATTA

    Siamo un po’ tutti tartarughe con uno spazio tra noi e gli altri.

     

    VORREI RACCONTARE DI DUE TARTARUGHE

    Due tartarughe camminavano lungo un sentiero, una davanti e l'altra dietro. A un certo punto la tartaruga che procedeva per prima chiese alla compagna che la seguiva: “Mi vedi?“Sì, certo.Vedo la tua grande casetta” rispose quella dietro. “Ti ho chiesto se mi vedi” ripeté la tartaruga davanti. “Sì, certo. Vedo la tua grande casetta” ripeté la tartaruga che era dietro, questa volta alzando un poco la voce. Proseguirono il cammino.

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    Francesca

    DIVENTERÒ

     

    "Diventerò cantante, diventerò cantore. Entrerò al conservatorio... Diventerò violinista, entrerò al conservatorio... Diventerò un poeta, entrerò…” (M. Chagall. La mia vita. Milano, 1998, SE, p. 44.)

    È possibile che un artista scriva di sé con lo stesso stile che rende uniche le sue opere? Sì, e lo dico dopo aver letto le pagine scritte da Marc Chagall. Per una serie di coincidenze ho iniziato a leggere la sua biografia; pensavo si trattasse di una classica descrizione di esperienze, studi, successi, invece tra leggerezza e fisicità ha preso forma il quadro della sua esistenza.

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    Francesca

    TENACIA

    Tra le mani una foto scattata anni fa. Mi chiedo chi sia il più tenace: il mare, che con la sua quiete tiene a bada l'energia delle profondità, pronte a manifestarsi, oppure il faro che slanciato e vigile resta in costante ascolto, saldo anche tra le burrasche. Gli occhi fissano il faro e scrivo

    TENACIA                                                                                                                                                                                                                                                                                          Vai avanti, tieni il timone tra le mani.                                                                                                                                                                                                                                        Non stringere con troppa forza, non è così che si oltrepassano le tensioni.                                                                                                                                                                                   Il mare è sempre più irrequieto, non distrarti.                                                                                                                                                                                                                           Naviga le onde, segui il loro movimento, preparati a fronteggiare venti di tempesta.                                                                                                                                                             Non perdere la rotta, affronta il mare.                                                                                                                                                                                                                                         Il faro aspetta all'orizzonte.                                                                                                                                                                                                                                                                       ©️ormediscrittura - F.G.

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    Francesca

    TESSERE PENSIERI

    La narrativa e la filosofia sono luoghi in cui il pensiero dice e pensa (...) ("Preziose tessitrici di parole. La scrittura di Gabriella Fiori e Margherita Pieracci Harwell" di Esther Basile, ed. Homo Scrivens)                                                                                                                              
    Un libro ha la magia di divenire un luogo sempre aperto all'incontro, dove non è necessario recarsi in orari prestabiliti. Si entra e si prende parte alle conversazioni tra domande e risposte; piacevole è la sensazione di aver stretto amicizie con persone che spontaneamente condividono i propri pensieri con chiunque abbia voglia di ascoltare e partecipare. Così nelle pagine scritte da Esther Basile ho avuto il piacere di trascorrere un po' di tempo in compagnia di Gabriella Fiori, Margherita Pieracci Harwell, Simone Weil, Cristina Campo e altre "tessitrici di parole", ho fatto tesoro del "tradurre l'esperienza in un colpo d'occhio sull'universale". La lettura si è trasformata, pagina dopo pagina, in una vera e propria condivisione; scambi di pensiero che come petali di un fiore si sono aperti poco a poco, senza fretta, e hanno svelato la bellezza della loro valenza universale. Tra le righe si ordiscono pensieri provenienti da esistenze vissute che abilmente intrecciate l'una all'altra donano un pezzo di sé. "Preziose tessitrici di parole" mostra raffinati orditi realizzati con un'attenta scelta del filato e un delicato lavoro di intreccio. Ogni parola è un singolo filo che, in una trama perfetta, porta la delicata orma di chi lo ha scelto, lo ha sbrogliato con delicatezza, lo ha intrecciato per impreziosire e regalare una nuova forma di pensiero.
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    Francesca

    C'E' SEMPRE UN INIZIO

    (...) E fu un attimo di vero amore e pace che vibrò come un sottile ciuffo d'erba al vento su Nottingham per l'eternità. ("La tigre e l'aquila. Quando la rivoluzione ebbe inizio" di Francesca Patton - ed. LuoghInteriori)                                                                                                                                                                 

    Quando leggo un romanzo le parole prendono nuova vita attraverso immagini che nella mente si susseguono come in una pellicola cinematografica. Nelle pagine di "La Tigre e l'aquila. Quando la rivoluzione ebbe inizio" magistrale è la penna che vedo scorrere, dare forma a lettere che assieme creano parole che a loro volta sono la miccia per innescare un'intensa reazione. La rivoluzione nasce lentamente, si percepisce la pianificazione della strategia in una trama di fantasia che tiene costantemente viva l'attenzione. Un'invisibile mano con delicati movimenti delle dita invita ad addentrarsi sempre più nel testo, immersi in un'atmosfera dove si resta catturati, a volte anche piacevolmente, da sentimenti. Sono sorpresa di come attraverso emozioni forti, vere, crude si intraveda un piccolo spiraglio da cui giunge una sorta di messaggio di fiducia, proveniente da un mondo passato. Lì dove tutto era grigio, oltre a dolore e sofferenza, si è ritagliato lo spazio per sentimenti autentici di amore, giustizia e affermazione. Un soffio di speranza che si trasforma lentamente in piccola scintilla, per poi illuminare di nuova vita l'oscurità mentre il bagliore si riflette dalle pagine al mondo di adesso. Perché c'è sempre un inizio, una fine e un inizio per costruire un mondo nuovo che regala la piacevole e delicata vibrazione di un ciuffo d'erba al vento.

     

     

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    Francesca

    IL GIALLO RE

    L'ho incontrato in un sabato di ottobre. Attorno a me, un bosco fitto, vivo nello scorrere di un piccolo corso d'acqua. Lì, in mezzo al sentiero di terra e sassi, incontro questo fiore che racchiude delicatezza e forza. È un re circondato dalla sua corte; vestito da un'impeccabile veste gialla, tanto semplice quanto perfetta; come ogni re che si rispetti è scortato da fedeli consiglieri. Li distinguo per il loro acceso colore verde; parlottano tra loro, forse lo mettono in guardia sulla mia presenza. Temono che possa strapparlo al loro regno? Il giallo re certamente sta ascoltando, si fida di loro, ma si fida anche del suo  sentire.  Non teme alcuna presa, sa che non ci sarà nessuno strappo; è perfettamente  piantato a terra, stabile e sicuro. I consiglieri mi guardano:"È forte il nostro re!".  Ho proseguito il mio cammino, i miei passi avranno portanto qualche scompiglio, ma il giallo re, forte e sicuro, ha certo apprezzato il mio cheto passaggio.

     

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    di Francesca Girardi

    di Francesca Girardi

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