RILETTURA DI AGOSTO

    AGOSTO. RILETTURA SENZA TEMPO

    RILETTURA DI AGOSTO

    Il valore della lettura non ha tempo e rileggere è sempre un'esperienza piacevole, che  rinnova le interpretazioni.

    Rileggere un testo a distanza di un anno ? Sì. 

    Riproporre la rilettura, nello specifico un testo scritto ad agosto 2023, non è un'azione no-sense, tutt'altro. Leggere articoli e libri nuovi è motivante, interessante; in egual modo, proporre la rilettura di un testo "già pubblicato" è un piacevole invito a non smarrire stili di autori, con tutti i loro pensieri.

    Chissà, forse lo scorso anno non ci si è soffermati molto sulla lettura di "agosto", ora una rilettura la si può dare...  

     

    "Agosto. Un mese che si attende perché regala uno stacco temporaneo durante cui si assaporano appieno i giorni dell'estate. Quest'anno il meteo fa le bizze, ma non allontana dalla piacevole sensazione che si prova quando si gira finalmente il cartello sulla scritta "ferie". E le vacanze, oltre che opportunità per mettersi in viaggio e visitare nuove destinazioni, sono anche opportunità di ricongiungimenti con affetti, ricordi, luoghi nei quali si ritorna per lasciarsi cullare da una vacanza che sa di casa". Attorno a queste orme si sviluppava lo scorso anno, una mia scrittura di agosto che racconta di come la società, nonostante il suo movimento, porta con sé valori che non hanno tempo, che ancora non sono stati sradicati dai cambiamenti e dal progresso che ci accompagna quotidianamente.

    Rileggere è un'esperienza piacevole. Ed è anche una riscoperta: cosa sarà cambiato o cosa sarà ancora così?

    AGOSTO. UN MESE DALLE ROBUSTE RADICI

    Ci sono momenti dell’anno che non perdono il loro significato, nonostante lo scorrere del tempo e i cambiamenti sociali; rappresentano riferimenti inossidabili che persistono in questo mondo ad alta velocità. Il mese di agosto ne è un esempio.

    A partire più o meno dal primo giorno dell’ottavo mese dell’anno, e fino a oltre la metà, tutto sembra poter rimanere in stand by. È come se ogni questione possa legittimarsi dall’essere risolta nell’immediato. Un’osservazione che, nella sua semplicità, regala un sorriso di quiete in questo orizzonte di paure, cambiamenti e crisi. Possibile che la tecnologia proceda a ritmo serrato, che il lavoro si vesta di innovazione, che si possa rimanere connessi ovunque grazie alla rete dalle mille e più giga, eppure sono ancora robuste le radici di consuetudini che sanno di “vecchi tempi”?

    Le autostrade sono percorse da moderni autoveicoli, da camper che si trasformano in case vacanze mobili di alto comfort, gli aeroporti accolgono viaggiatori con il biglietto in mano che non temono il confronto con le istruzioni provenienti da voci robotiche o da moderni monitor, le ciclabili sono animate da e-bike … Ebbene, agosto rimane sempre agosto. Perché, se è vero che i flussi mutano in base ai prezzi, in base all’alta o bassa stagione - quest’anno pare che la maggior parte dei vacanzieri si sia mossa a giugno per godere del favore dei prezzi – agosto è simbolo dell’andare in vacanza. Nella denominazione di un mese è racchiusa l’idea e una verità socialmente condivisa: è il momento delle ferie per antonomasia. Nell’evoluzione che ha portato, ad esempio, gli orari delle giornate lavorative a plasmarsi per rispondere alle esigenze e alle necessità di oggigiorno, alcun segno di cambiamento è presente nel significato della parola “agosto”.

    Espressioni come “è agosto, ormai bisogna aspettare settembre”, “ad agosto è tutto chiuso, se ne riparla dopo la metà del mese”, “ora sono tutti in ferie, rientreranno a fine mese” sono esempi di locuzioni fisse, quasi blindate dietro il soffio di leggerezza che si respira quando imminente è il momento di pausa. Tra cambiamenti climatici, intelligenza artificiale, conflitti, nulla sembra aver scalfito l’idea di agosto quale mese di ferie, periodo “sospeso” dove, nonostante vi siano bollettini rossi per la viabilità o notizie di affollamenti in stazioni, aeroporti, la situazione appare sempre uguale. Che si parta di giorno o di notte, ad agosto il viaggio può risultare faticoso, oltre che non esente dal rimanere “in coda” per chilometri qualora ci si muova in macchina, eppure il richiamo delle ferie eccheggia con costanza. È una dinamica sociale che, quasi alla stregua di un rito, puntualmente si ripete.

    “…Vi basterà affacciarvi dalla nave e guardare il mare per sentirvi profondamente sollevati. Mentre vi lascerete trasportare come una nuvola sull’acqua, il peso della vita quotidiana svanirà come per magia e vi sembrerà di galleggiare sopra un mare di sorrisi. Non soltanto quelli dei vostri amici passeggeri, ma anche quelli del personale di bordo. Mentre uno steward vi servirà con piacere da bere gli accennerete qualcosa circa i sorrisi dell’intero equipaggio. Lo steward vi spiegherà che ogni membro dello staff Celebrity trae piacere dal compito di rendere la vostra crociera un’esperienza completamente libera da preoccupazioni e dal trattarvi come un ospite d’onore. Inoltre, aggiungerà, non esiste altro posto al mondo dove dovrebbero stare. E voi, voltandovi a guardare il mare, sarete completamente d’accordo con lui…”, queste le parole di David Foster Wallace che si incontrano nelle pagine di “Una cosa divertente che non farò mai più” (libro pubblicato nel 1997) e offrono un’atmosfera di vacanza che potremmo leggere come sempre contemporanea.

    Agosto segna inoltre il momento in cui ci si ricongiunge con le famiglie; gente che si trova a lavorare lontano da casa - e non ha importanza se la distanza sia nella stessa nazione o in territorio straniero  - che attende questo periodo dell’anno per intraprendere un viaggio che non è solo portatore di un’immagine di leggerezza, ma si completa con una dimensione di abbraccio alle proprie radici, le proprie origini. Ecco che agosto rimane una partentesi nella quale poter respirare aria di casa, uno stacco dalla propria dimensione per ricongiungersi con una dimensione collettiva di affetti e di ritorno in luoghi d’origine. Una sorta di rito di passaggio dove ognuno è protagonista nel riproporre una tradizione che sa di stacco dalla frenesia e bolla nella quale si assurge il ruolo di viaggiatori rivolti alla meritata destinazione che, di sola vacanza o anche di ricongiungimento con i propri cari, rappresenta una radice che i tempi ancora non hanno strappato.

    SCRIVO PER UN PUBBLICO. "CONDIVISIONE"
    NARRARE LA VITA E' INDOSSARE UNA COLLANA
     

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    Giovedì, 21 Novembre 2024
    di Francesca Girardi

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