Trascrivere nero su bianco i propri pensieri, intraprendere una scrittura autobiografica mostrando le proprie emozioni, richiede coraggio. Il foglio bianco è specchio di chi lo sceglie, lo stende davanti a sé e lo accarezza, quasi a volerlo rendere ancora più liscio. Uno sguardo e poi, con complice intesa dello spazio bianco, la stesura prende vita. Attraverso l'esistenza si matura, si cresce, si cambiano abitudini, anche di pensiero. Il momento in cui si percepisce il "click" che apre al cambiamento, è il momento in cui si prende la penna e le si affida il delicato compito di affiancare ogni singolo tassello del proprio grande mosaico. "Come una collana" mi ha fatto pensare a questo.
È stata una lettura partecipata e, in alcuni passaggi, non di immediata comprensione. Ha richiesto la rilettura e non certo per poca chiarezza, ma per il richiamo che proviene dal testo stesso; le parole appaiono animate da un qualcosa di intangibile che, proprio nell'assenza di materialità, volteggia sopra le pagine, non lascia andare via il lettore, ma lo esorta a rincorrerlo finché non è chiaro il tragitto da percorrere assieme. Allo stesso modo, con tenacia e forza, la parola si mostra ben radicata nel suo intrinseco significato. Momenti di vita si susseguono tra i capitoli che, come perle di una collana, vanno infilati l'uno dopo l'altro. Poche volte mi è capitato di sorprendermi nel percepire la potenza della parola, e così è stato nella chiara e nitida capacità descrittiva che si incontra, ad esempio, nell' "...arancia" che "... mi riempie le dita, a cui mi aggrappo come a un'ancora...". Allo stesso modo, immagini tenui appaiono tra le righe e irrompono con il loro valore universale, come il ritratto candido e amichevole della sorte: "Meraviglioso come la sorte s'incarichi, ogni tanto, di farci un vero regalo". E ci vuole coraggio, intrecciato alla tenacia, per non smarrire il filo con cui l'autrice rimane legata alla sua esistenza, la tira a sé per poi slegarla, ammirarne ogni singola componente e lasciare al lettore il compito di infilare nuovamente tutta la collana.
Il libro regala la curiosa e, allo stesso tempo, timida sensazione che si prova nell'aprire un regalo infiocchettato: lo si attira a sé, si sciolgono i nastri di velluto, ci si lascia rapire dal delicato sibilo del tessuto slegato per poi, lontano da occhi indiscreti, aprirlo.
In quell'istante ha inizio la relazione con colei che ha confezionato il prezioso regalo.