È mattina presto, quel momento di quiete che segue la prima alba. Mi concedo una camminata tra le montagne, la loro vista mi accompagna ogni giorno e finalmente sono riuscita a dedicare loro del tempo. Arrivo al punto di partenza, che bello, non c'è nessuno. Dopo di me sopraggiunge un'autovettura che prosegue verso altra destinazione. Mi incammino e inizio a percorrere il sentiero accompagnata dalla frescura del sottobosco e dai profumi che mi regala. Sono avvolta dalla natura ancora addormentata; non è una giornata limpida, tuttavia si avverte che il cielo potrebbe regalare qualche spiraglio di sole. Seguo il cammino, lo percorro senza troppo faticare e mi rivedo bambina su quella stessa strada che sentivo lunga e difficile! Ora mi richiama sensazioni diverse: serenità e relax. Mi sembra di vivere le parole di Le Breton quando descrive la marcia come "una biblioteca infinita che declina ogni volta il romanzo delle cose ordinarie poste sul cammino".
Cerco la scorciatoia attraverso il bosco, non la trovo; seguo la strada principale. Salendo, intravedo la valle: il panorama non è nitido, qua e là i paesi sbucano tra la nebbiolina giocando quasi a nascondino, mentre le cime attorno sembrano custodi massicci di quella delicata ora del mattino. Smetto di pensare, le mie gambe proseguono da sole. Arrivo alla prima tappa che segna la metà del cammino; un ampio spazio verde si apre dinnanzi ai miei occhi. Attorno, ancora si percepisce quella tempesta che ha abbattuto gran parte degli alberi, ma si intravede anche il nuovo ordine e la nuova veste con cui la montagna tornerà a sorridere. Il sentiero prosegue con una piccola deviazione, risalgo il fianco del bosco; è abbastanza ripido; dopo pochi minuti si riallaccia al vecchio sentiero. Come un caro amico, lo riconosco: i suoi sassi, gli abeti, gli spazi aperti. Sto per raggiungere la cima, però mi voglio fermare qualche istante per ammirare il panorama. Nessuna parola può descriverlo. Posso solo respirare a fondo, aspettare qualche istante e lasciare che quell'atmosfera fatta di silenzi e percezioni, mi avvolga nel vortice di energia che lega cielo e terra. Poi proseguo, senza la bramosia di possedere il momento. Il silenzio e la quiete appartengono a quel luogo, a me appartiene la sua percezione mentre raggiungo sorridente la cima.